Consigli su Come Gestire un Neonato che piange

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Come gestire un neonato che piange è una delle prima cosa prime cose da imparare quando si è neo genitori e si è alle prese con un poppante che non smette più di lagnarsi.

In questa breve guida Giochi Prima Infanzia ti spiega come gestire un neonato che piange, partendo dalle motivazioni che inducono il tuo cucciolo ad adottare questo comportamento e quali possono essere i danni cognitivi (ansia e disturbi dell’apprendimento) che una scorretta gestione del pianto può causare alla gioia della tua vita.

Perchè un neonato piange?

Per capire come gestire un neonato che piange è necessario prima di tutto comprendere quali sono le motivazioni che lo inducono a tale comportamento.

Potrebbe essere colpa, per esempio, del pannolino sporco: ecco perché è sempre consigliabile cambiare i neonati prima della pappa.

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Un’altra ragione di inquietudine potrebbe consistere nella fame: si può capire se il neonato vuole mangiare perché, oltre a piangere, apre la bocca e muove la testa, si agita e si mette le mani in bocca.

Ma a volte può capitare che il pianto derivi dal desiderio di essere preso in braccio: non si tratta di un capriccio ma di una vera esigenza fisiologica, in quanto nei primi mesi di vita un contatto prolungato tra mamma e figlio è indispensabile.

Non si deve aver paura di tenere in braccio troppo spesso il neonato: anzi, ciò può fargli solo bene.

E se invece il piccolo si stesse lamentando perché ha sonno?

Per un neonato addormentarsi può non essere semplice: quando si sospetta che il bimbo voglia riposare, è essenziale metterlo nelle condizioni di riuscirci, per esempio intonando una ninna nanna, prendendolo in braccio per cullarlo o comunque cercando di farlo rilassare.

APPROFONDIMENTI

Come gestire un bambino neonato che piange

gestire un neonato che pinage

Resta da capire, a questo punto, in che modo va gestito un neonato che piange.

Prima di tutto, è opportuno coccolarlo e cercare di rassicurarlo, per dargli la protezione di cui ha sempre e comunque bisogno e per assecondare il suo desiderio di affetto.

Mamme e papà, in ogni caso, devono evitare di lasciarsi innervosire da eventuali crisi di pianto, e invece provare a mantenere il più possibile la calma, anche per trasmettere al piccolo la massima serenità possibile, a prescindere dal motivo per il quale si sta lamentando.

La mamma dovrebbe stringerlo al petto, sempre con delicatezza, per far sì che si senta al sicuro: per ridurre il suo grado di irritabilità deve essergli concesso sollievo, anche a livello fisico.

Ecco perché, a meno che non faccia caldo, il piccolo deve essere sempre avvolto all’interno di una copertina, così che possa beneficiare di una temperatura paragonabile a quella che c’era all’interno dell’utero.

Una volta individuata la ragione del pianto, poi, non rimane che agire di conseguenza.

Un’idea da non sottovalutare è sempre quella di camminare mentre si tiene in braccio il piccolo, magari con un po’ di musica come sottofondo, per tranquillizzarlo attraverso le vibrazioni e il movimento, facendogli sentire il ritmo del battito del cuore.

APPROFONDIMENTI

L’importanza dei suoni e dei rumori bianchi

Per calmare il neonato che piange si può fare riferimento ai suoni e ai rumori bianchi: si tratta di rumori – come per esempio quello della cappa della cucina, ma anche quello dell’aspirapolvere o quello del phon – grazie a cui i piccoli si placano e riescono perfino ad addormentarsi con facilità, anche se per il momento non è ancora ben chiaro il meccanismo per cui ciò accade.

Anche se i rumori bianchi sono molto utili da questo punto di vista, è preferibile non esagerare e limitare la durata dell’esposizione, prestando attenzione anche al volume dei suoni.

I rumori bianchi sono così denominati perché possono essere equiparati alla luce bianca: così come sul piano visivo la luce bianca non è altro che l’insieme di tutti i colori visibili, sul piano uditivo il rumore bianco corrisponde all’insieme di tutte le frequenze che possono essere sentite.

Ebbene, il rumore di un phon o di un ventilatore sono molto simili ai rumori bianchi, ma i bimbi possono smettere di piangere anche con l’aiuto della riproduzione di alcuni suoni naturali, tra i quali l’infrangersi delle onde sugli scogli o lo scrosciare della pioggia.

Non è un caso che siano sempre più comuni le app per smartphone che contengono suoni di questo genere.

Cosa succede se si lascia piangere il neonato senza intervenire

Ma che cosa accade se il neonato viene lasciato piangere senza che mamma e papà intervengano?

Secondo alcune ricerche, il bimbo accumula gli ormoni dello stress, che sarebbero addirittura in grado di provocare disturbi di apprendimento in seguito. Le grida prolungate e i capricci, quando non vengono risolti, possono tramutarsi in insonnia e ansia.

Pare perfino che questa consuetudine, se prolungata nel tempo, possa traumatizzare i piccoli con effetti negativi e ripercussioni per il resto della loro vita: è come se il neonato avvertisse una mancanza di affetto e di vicinanza da parte dei genitori.

Per di più, c’è da tener presente che la percezione del tempo dei neonati è differente rispetto a quella degli adulti, nel senso che il loro tempo viene dilatato: ecco perché se si aspetta troppo prima di far smettere di piangere un neonato si rischia di lasciargli una percezione negativa di quel che sta succedendo.

Ciro Lieto

Dopo 8 anni di esperienza nel settore dell’intrattenimento per bambini ho deciso di realizzare Giochi Prima Infanzia, coniugando questa lunga esperienza lavorativa con le mie competenze web. Nel tempo libero mi dedico ai bambini, grazie al supporto di un’associazione napoletana, che mi aiuta anche nella redazione dei contenuti su Giochiprimainfanzia.it.

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